Considerato principalmente come toccasana per alcuni malanni invernali, si tende a sottovalutarne la sua duttilità in cucina o la sua capacità di dolcificante naturale

Un cucchiaio di Miele contiene una incredibile quantità di sali minerali ed oligoelementi oltre ad una buona dose di energia; ma nonostante tutte queste bontà, spesso rimane sottovalutato.

Come detto il miele è il prodotto alimentare più naturale che ci sia: l'unico intervento dell'apicoltore sul prodotto è quello di raccoglierlo centrifugando i favi, eventualmente filtrarlo da impurità, quindi trasferirlo nei vasi e il miele è pronto: ciò non vuol dire che anche per il miele non vi possano essere prodotti di alta e bassa qualità, ma questo non è ovviamente responsabilità delle api che il miele lo fanno sempre allo stesso modo in tutte le latitudini del pianeta.

Ma nonostante questo, il miele viene generalmente tolto dalla dispensa solamente per dare un toccasana nella stagione dei raffreddori oppure per guarnire i dolci fritti del carnevale.

Nasce forse da qui lo scarso successo che ha contraddistinto il consumo di miele in Italia: ne assumiamo solamente 400 grammi pro capite all'anno (contro i 600 della media europea) contro i 28 Kg di un altro dolcificante come lo zucchero bianco.

Al contrario il miele è un alimento tutto da riscoprire, che con i suoi innumerevoli sapori e profumi può aggiungere squisite sfumature di sapori ad una grande varietà di piatti.

Utilizzato nelle salse agrodolci si sposa perfettamente alle carni bianche, alla selvaggine e persino al pesce; mentre la sua dolcezza offre il giusto contrappunto ai formaggi cremosi; e i sentori di fiori e agrumi contenuti nelle sue varietà più profumate aggiungono un originale elemento aromatico ai dessert.

Questa grande versatilità in cucina del miele però non è una scoperta dell'era moderna, basta infatti leggere alcune ricette antiche per rendersi conto che le grandi potenzialità di questo dolce nettare sono note da secoli.