Un mestiere che da lustro al nostro paese e unisce passione per la natura e amore per lo stile di vita delle api

La gestione degli apiari da parte di personale specializzato sarabbe iniziata nell'Antico Egitto a partire dal 2400 a.C. circa.

Il mestiere di apicoltore era pienamente riconosciuto nella Roma Antica, dove chi curava le api si chiamava "apiarius"; e nell'antica Grecia dove veniva chiamato "melitouros".

Con il termine "Apicoltore" vengono oggi identificate tre categorie professionali: gli amatori, che possiedono poco più di una decina di arnie e raccolgono il miele per il proprio consumo e per quello dei conoscenti; i semi-professionisti per i quali la vendita di miele rappresenta solamente una parte delle proprie entrate; e infine i professionisti che possiedono oltre 150 arnie (secondo la definizione adottata ufficialmente dall'Unione Europea) e non esercitano altre attività oltre appunto all'Apicoltura.

In Italia, l'apicoltura è per la gran parte esercitata dagli amatori: ne sono stati stimati circa 50mila nel nostro paese mentre i professionisti, ovvero coloro che svolgono tale attività a fini economici ricavandone un reddito rilevante rappresentano poco più del 10 per cento degli apicoltori dichiarati.

L'Italia è inoltre uno dei paesi apistici più importanti del mondo e i suoi numeri sono tra i più importanti non solo a livello europeo: 75000 apicoltori, oltre 1 milione di alveari; 100 mila quintali di miele prodotto ogni anno; oltre a 30 tipologie diverse di miele (unico paese al mondo ad offrire un simile assortimento qualitativo); e infine possiamo vantare una razza di ape, l'Apis mellifera Ligustica Spinola che è stata universalmente riconosciuta come la più mansueta e lavoratrice in assoluto.

Grandi numeri quindi di cui possiamo andare fieri, punti di forza tali da rendere il settore apistico un'autentica eccellenza della produzione agricola italiana e un ambito in cui la passione per la natura si abbina all'amore per le api e per le loro meravigliose regole di vita.